Il giorno 9 gennaio il freddo dell’alba ci ha accompagnati alla stazione dalla quale saremmo partiti per intraprendere questa nuova avventura. Ancora addormentati, abbiamo trascinato le pesanti valigie e i borsoni con tutta la forza che avevamo in corpo e, dopo vari treni cambiati, dormite e chiacchierate, finalmente, la neve.
Una neve bianca, candida, che abbracciava dolcemente le montagne prorompenti. Embrun, una cittadina dai tratti dolci di un macaron al framboise, estremamente ordinata, quasi perfetta, come uscita da una favola Disney. E per quelle strade ripide camminavamo, stanchi e infreddoliti, verso la scuola, ignari che lì ci stavano aspettando un bel tè caldo e del caffè accompagnati da buonissimi pain au chocolat.
E dal caldo della scuola si passava al caldo della casa, una casa accogliente, resa ancora più calda dalle persone che ci abitavano, davvero gentili e ospitali. Il mio corrispondente Hugo, i suoi genitori, la sorella e i nonni mi hanno permesso di scoprire le loro tradizioni e usanze, attraverso il cibo, i giochi e le uscite sulla neve e alla pista di pattinaggio.
I giorni trascorsi in Francia sono stati una vera e propria avventura. Abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con una scuola e un metodo di studio per molti aspetti diverso dal nostro. dalla giornata più lunga, alla possibilità di scegliere i corsi di studio, il convitto, la mensa e gli spazi più grandi. E che sorpresa scoprire che nella scuola francese non ci sono i distributori automatici. Eravamo davvero affamati senza la nostra merenda! Bastava però alzare lo sguardo e ammirare il paesaggio mozzafiato fuori dalle finestre per rendere serena anche la giornata più dura.
Un paesaggio di montagne che, come farebbe un'amica del cuore, non ti abbandonano mai, e la cui presenza è sempre gradita. Davvero indimenticabili sono state le visite a Mont Dauphin e al lago artificiale di Serre Ponçon, dove abbiamo potuto unire al paesaggio, la storia e persino il divertimento, grazie anche ai professori francesi, estremamente disponibili e attenti.
Camminando poi per le stradine di Embrun abbiamo notato con sorpresa la presenza di molti coiffeurs (parrucchieri). Ma ciò che attirava maggiormente la nostra attenzione erano le boulangeries. Cercarle e provarle una ad una era diventato il nostro passatempo preferito. Non si dimentica facilmente il profumo e il sapore di pane e dolci di una boulangerie francese. Come non si dimentica il calore delle persone che ti accompagnano nel viaggio.
Il programma Erasmus+ KA121, per il quale il nostro istituto è già accreditato da oltre due anni, ci ha offerto l'incredibile opportunità di visitare un paese straniero e una scuola superiore diversa dalla nostra, nonché quella di partecipare a uno scambio culturale che ci ha aiutato a migliorare la nostra comprensione interculturale e la consapevolezza delle differenze di vita e di abitudini che esistono tra un paese e l'altro, favorendo quindi la nostra crescita personale.
“Questa esperienza ti permetterà di fare nuove amicizie” è una frase che si considera scontata e di poco conto, quando invece è proprio grazie a queste esperienze che certe persone appena conosciute iniziano a occupare un posto nel cuore. Persone con le quali prima non avevi mai parlato o con le quali riesci a comunicare a malapena ma che non si sa per quale motivo, ti comprendono più di chi ti conosce da sempre.
Chiara, classe 4S1