vallauriACome funziona il linguaggio della pubblicità: gli studenti del Majorana incontrano il noto linguista Edoardo Lombardi Vallauri - Lorenzo Romagnoli, 4 ST Vi siete mai chiesti come nasce una pubblicità? Probabilmente non viene considerata più di un fastidioso intermezzo decisamente poco gradito tra una parte e l’altra del proprio programma preferito, o una semplice immagine messa su un giornale con l’affascinante testimonial di turno che consiglia a tutti l’ultimo e innovativo - nonché indispensabile - prodotto dalle grandi promesse. In verità la pubblicità, come intuibile, è ben più di una semplice accozzaglia di elogi e frasi più o meno profonde da parte di speaker dalla bella voce. Ed è proprio di questo che ci ha parlato il professor E. Lombardi Vallauri.

Invece di dire subito ciò che è la pubblicità ai giorni nostri, però, il professore ci ha raccontato la storia di essa, che abbiamo scoperto essere tutt’altro che recente come ci si aspettava. Prendiamo ad esempio l’Eneide di Virgilio, nel verso dove dice:

“QuàdrupedàntePutrèmSonitùQuatitÚngulaCàmpum”

I più ferrati in latino avranno già tradotto la frase e si saranno detti “Beh, è solo la descrizione di un cavallo in corsa, che c’è di strano?”. Assolutamente nulla. È, per l’appunto, solo la descrizione di un cavallo in corsa. Ma ciò che non viene carpito risiede nella fonetica della frase, e non nel suo contenuto; leggendo il verso in una certa maniera, infatti, il suono prodotto ricorda quasi il ritmo tambureggiante di zoccoli equini che colpiscono il terreno e sollevano schizzi di terra in una nube di polvere, che è esattamente ciò che viene detto nel testo. Per questo motivo il professore considera Virgilio un “grande pubblicitario”. Ma passiamo adesso ad analizzare la pubblicità per come la conosciamo. In base a quanto visto abbiamo capito che sostanzialmente alla base di tutto c’è il medesimo sistema usato da Virgilio nel sopracitato verso, ossia le persuasioni sonore. vallauriBPer spiegare la funzione di queste persuasioni sono stati prese in esame diversi tipi di automobile, apparentemente senza alcun criterio particolare; varie auto di diverse marche che tutti conosciamo. Ma ad una più attenta analisi, alcuni dei presenti si sono accorti della presenza della lettera R preceduta o seguita da una consonante in tutti i modelli mostrati. Ciò perché, spiega il professore, questo tipo di suono è perfetto per trasmettere l’idea di un rombo meccanico, che inconsciamente associamo ad un motore potente. Ed è proprio quello che vogliono che noi pensiamo coloro che hanno dato un nome a queste auto: che quelle siano macchine potenti perché noi crediamo che lo siano. La stessa tecnica viene utilizzata per prodotti anche del tutto differenti, ad esempio i profumi. Perché i nomi di moltissimi profumi sono francesi anche se tale prodotto non è francese? Perché è la lingua perfetta per trasmettere un senso di soffice delicatezza che ben si accorda con quello che deve essere un profumo.

Vi sono però anche altri tipi di tecniche che la pubblicità sfrutta per colpire gli ignari consumatori, prima fra tutte la presupposizione d’esistenza. Se qualcuno dicesse al proprio interlocutore che “L’attuale re di Francia è calvo”, esso probabilmente incomincerebbe a rivangare nella propria mente per valutare la veridicità dell’affermazione. Ma non ci si deve chiedere se il re di Francia sia calvo o meno, dato che non esiste alcun re di Francia attualmente. Applicando questo stratagemma ad uno slogan, si potrà far credere praticamente tutto ciò che si vuole al consumatore che lo leggerà; tutta una questione di impostazione della frase che permette un messaggio diretto, decisamente più elaborato e machiavellico rispetto a un ben poco efficace “Questo prodotto è ottimo, compratelo”. Allo stesso modo quando leggiamo uno slogan che ci pone una domanda, probabilmente siamo di fronte ad un altro “subdolo” modo per inserire in noi dei dubbi, dubbi cancellabili solo comprando quello che ci propongono, perché quel prodotto è unico e solo. Ovviamente anche la pubblicità ha dei limiti. Non è permessa ad esempio la pubblicità subliminale, ossia quel tipo di pubblicità che viene trasmessa al cervello a livello inconscio e che quindi potrebbe mutare il comportamento dei consumatori senza che essi se ne accorgano. Alla stessa maniera è vietata la pubblicità comparativa, perlomeno in Italia. La conferenza, organizzata dagli insegnanti di Lettere e introdotta dal nostro Preside, si è conclusa con molte domande degli alunni che in tal modo hanno potuto approfondire uno degli usi più raffinati della nostra lingua.

Incontro con il professor Edoardo Lombardi Vallauri sulle strategie della comunicazione persuasiva - Martina Belcapo, Sara Graziani, M. Sofia Misasi, 5S3

Presso il nostro liceo, il professor Edoardo Lombardi Vallauri ha tenuto una conferenza riguardante il linguaggio persuasivo e il suo utilizzo nell’ambito pubblicitario. Docente ordinario presso l’università di Roma Tre, Lombardi Vallauri ha collaborato con Rai Radio 3 nella realizzazione del programma “Castelli in aria”, che lui stesso ha condotto. Nella trasmissione venivano trattate tematiche sociali controverse, vallauriCrese facilmente comprensibili dalle capacità esplicative del professore. Proprio per questa caratteristica, alcuni docenti del liceo Majorana hanno utilizzato delle puntate come materiale integrativo nelle loro lezioni, suscitando l’interesse degli alunni. E’ stato questo interesse ad accogliere Lombardi Vallauri nella grande famiglia del Majorana.

Dopo una breve presentazione da parte del Dirigente scolastico, il professore ha esordito con una citazione tratta dall’ “Eneide” di Virgilio: “Quàdrupedànte putrèm
sonitù quatit ùngula càmpum”. Utilizzando questo verso, ha voluto sottolineare l’importanza del significato musicale ed evocativo per comprendere il contesto narrativo (in questo caso, il rumore degli zoccoli dei cavalli). Questo principio, come ha dimostrato nel corso della conferenza, ha un’ampia applicazione anche nell’ambito della pubblicità. Negli anni ’80, alcune case automobilistiche adottarono una strategia di vendita basata sulla musicalità del nome del modello, in relazione alle caratteristiche del modello stesso. Nomi come “Dedra”, “Tempra” e “Vectra” ne sono esempi poiché la “r” accostata ad una consonante richiama il rombo del motore. Un’altra tecnica pubblicitaria illustrata da Lombardi Vallauri è quella del “Dire e non dire”, che consiste nell’attirare l’attenzione dell’acquirente mettendo in evidenza una caratteristica secondaria del prodotto, presupponendo come vera un’altra caratteristica di maggiore rilevanza nell’acquisto.

Il linguaggio persuasivo è essenziale anche nelle campagne elettorali: esse non sono basate sull’illustrazione del proprio programma politico, ma sullo screditamento degli avversari. Ciò che non può essere fatto in modo esplicito perché potrebbe portare a conseguenze legali, avviene sottintendendo nei propri slogan degli atteggiamenti negativi dell’oppositore politico.

L’ultima parte della conferenza è stata dedicata al dialogo con gli studenti, che hanno posto delle domande alle quali il professore ha risposto in modo esauriente, chiarendo i loro dubbi. La conferenza si è quindi rivelata un’occasione per confrontarsi con un esperto del settore linguistico, ma anche un’ opportunità per approfondire alcuni aspetti della lingua italiana inserita in un ambito pratico e noto, ma solo passivamente, come quello pubblicitario.