D_aveniaGUARDATE LA REALTA’, NON SOLO LO SCHERMO DEL CELLULARE!!!

Al palazzo del Popolo presentazione del romanzo Ciò che inferno non é

L'incontro con Alessandro D'Avenia sarà uno di quelli che non dimenticheremo.. perché non dimenticheremo la passione con cui ci ha parlato, la semplicità con cui ci si è rivolto, la commozione alla quale si è lasciato andare raccontando la sua adolescenza.

Palermitano d'origine, ormai milanese d'adozione, insegnante di Lettere in un Liceo: e proprio il suo mestiere è stato uno degli argomenti centrali dell’intervento nella Sala dei Quattrocento al Palazzo del Capitano del Popolo di Orvieto, stracolma di studenti , molti dei quali già conoscevano i suoi libri. A tutti noi piacerebbe avere un insegnante così: giovane, simpatico..e lui stesso, a sua volta, ha raccontato che proprio il suo insegnante di lettere del liceo è stato determinante nella sua formazione, anzitutto umana. Poi l'attenzione si sposta su Padre Pino Puglisi, detto 3P, che, all'epoca, insegnava Religione in quell'istituto di Palermo dove lo scrittore era studente..un altro professore che ha lasciato un segno nella sua vita, facendogli conoscere la dura realtà di Brancaccio, il quartiere dove P. Puglisi ha tentato di strappare bambini e ragazzi dalla strada per dare loro la possibilità di andare a scuola. Di questo prete D’Avenia ha tanti ricordi,tra i quali spicca il sorriso con il quale affrontava ogni situazione, sorriso definito dallo scrittore “il più grande atto di eroismo”. Della vita di Puglisi, l’autore sceglie di leggere proprio la pagina relativa alla sua uccisione , soffermandosi sulle cinque cose che un uomo rimpiange in punto di morte: tutte hanno a che fare con gli affetti, con le persone, con il modo in cui abbiamo speso il tempo e non con i soldi o le vacanze che abbiamo sempre sognato. “Noi adulti non dobbiamo nascondervi la verità” ha risposto a chi gli ha fatto notare che spesso i suoi libri parlano di dolore e di sofferenza, temi che i ragazzi devono conoscere per poi poterli affrontare quando se ne presenterà la necessità. Dopo il lungo applauso finale, una scia di ragazzi si mette in fila per l’autografo; raramente ci succede di avvicinarci ad un libro con tanto entusiasmo!

La classe 1Sa1

Foto gentilmente concessa da Davide Pompei