Le conseguenze di un atteggiamento pragmatico - Luca Möller, 4ST
Friburgo: la tappa principale del viaggio di istruzione 2009/2010 delle classi 4ST e 4S4 del Liceo scientifico "E. Majorana" di Orvieto.
I motivi didattici: l'istruzione storico-culturale sulla città e, soprattutto, la sensibilizzazione sul tema della sostenibilità ambientale ed energetica, motivo che ben si associa alla piccola città tedesca, non a caso nominata ufficialmente "città verde e città solare d'Europa".
Friburgo, infatti, è considerata un modello internazionale di città sostenibile. Il raggiungimento di tale posizione è conseguito dall'attuazione di un accurato progetto di eco-compatibilità urbana sostenuto da un programma amministrativo basato principalmente su quattro linee guida sinergiche:
- l'estensione dell'utilizzo delle fonti di energia rinnovabile (specialmente quella solare)
- l'uso efficiente dell'energia
- la diminuzione dell'inquinamento
- la ricerca per lo sviluppo delle tecnologie associate
Tuttavia questo programma è molto diffuso nel nord Europa e specialmente in Germania, quindi non sembra essere questo che contraddistingue Friburgo e che l'ha portata in una posizione all'avanguardia rispetto alle altre città europee. L'elemento di forza sembrerebbe piuttosto il pragmatismo con cui tale programma è stato gestito e, soprattutto, l'averlo proposto circa 40 anni fa. Infatti fu proprio negli anni '70, in piena crisi del petrolio, che i friburghesi, riuscendo ad impedire l'edificazione di una centrale nucleare sul proprio territorio e dovendo decidere una valida alternativa, decisero la via dell'energia sostenibile e più in generale di uno sviluppo sostenibile.
Oggi Friburgo è la città che consuma meno energia, in rapporto al proprio numero di abitanti, in tutta la Germania e quella che ne produce di più attraverso lo sfruttamento di fonti di energia rinnovabili (in particolare quella solare); ospita più di 450 aziende coinvolte nel settore dell'energia rinnovabile e il secondo centro di ricerca sulle tecnologie solari più grande al mondo, il "Fraunhofer-Institut fur Solare Energiesysteme" (ISE). Friburgo nel 2010 ha superato gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 stabiliti dal protocollo di Kyoto con una riduzione del 25% rispetto a quelle del 1992 e si è prefissata l'obiettivo di un'ulteriore riduzione del 15% nei prossimi anni. I due campi di intervento principali relativi alla riduzione delle emissioni inquinanti sono stati logicamente quelli che in una città hanno maggior peso: i mezzi di trasporto e il riscaldamento degli edifici. Per quanto riguarda il primo fattore, è stato penalizzato l'uso spregiudicato di automezzi privati, sviluppando invece una fitta ed efficiente rete di mezzi pubblici e circa 500 km di piste ciclabili. Tale politica è decisamente riuscita: si stima che oggi il 30% degli spostamenti avvenga a Friburgo attraverso i mezzi pubblici, il 30% in bicicletta, il 10% a piedi e solo il 20% con automezzi privati.
Per quanto riguarda il riscaldamento degli edifici, come in quasi tutto il nord Europa, vengono utilizzate diverse tecniche di isolamento termico che permettono di diminuire del 75% l'utilizzo di energia per il riscaldamento di interni e che, quindi, rappresentano allo stesso tempo anche un modo efficiente di consumare energia. Inoltre, sempre riguardo a questo tema, è possibile notare grandi vetrate sulle pareti esposte a sud di molti edifici, il che permette di creare un effetto serra che contribuisce al risparmio delle tradizionali fonti di energia termica.Tutti gli edifici di recente costruzione presentano, inoltre, installazioni fotovoltaiche, speciali sistemi di ventilazione ad alto risparmio energetico e sistemi di riscaldamento condivisi. Un clamoroso esempio è il quartiere Schlierberg, finito di edificare nel 2006, composto da 50 abitazioni a "surplusenergie", ovvero che producono più energia di quanta ne consumano, e un grande palazzo, chiamato "das Schiff" (la nave), formato da negozi, uffici e appartamenti, che produce l'energia che consuma. A cento metri dallo Schlierberg si trova invece il distretto Vauban, sorto negli anni novanta in una vasta zona in precedenza occupata dai francesi. Gli edifici che lo compongono non sono né attivi (a surplus di energia) né passivi (che producono ciò che consumano), ma sono tutti a basso consumo energetico (per lo più sotto i 65 kWh/y).
Friburgo poi, oltre ad essere una città sostenibile è anche una città molto vivibile, rilassata e tranquilla. Purtroppo, però, c'è da dire che anche il comune di Friburgo, come il resto delle istituzioni politiche mondiali, ha subito un duro colpo dalla crisi economica degli ultimi due anni ed è fortemente indebitato. I friburghesi, però, sono uniti e determinati e non basterà una crisi economica a demoralizzarli, anche se forse nei prossimi anni prenderanno piede piani di ripresa economica che non lasceranno molto spazio ai progetti sostenibili che fino ad ora hanno conosciuto grande successo.