EYP.
Difficile da descrivere.
Tra le montagne innevate del Trentino, affacciati sulle acque del lago, dopo una mattinata di viaggio siamo giunti a Riva del Garda. Ci avevano detto che qui, nel bene o nel male, saremmo cambiati, cresciuti. Ed è qui che è cominciata la nostra avventura.
La sera, seppur stremati dalla lunga giornata, è arrivato il momento del cibo e dei balli. Ogni delegazione ha portato con sè parte della propria terra: sono stati esposti cibi tipici di ogni regione, in una grande abbuffata che potesse soddisfare ogni curiosità e appetito.
A pancia piena, ogni delegazione si è buttata sulla pista da ballo e noi, sulle note di Grease, ci siamo esibiti nella nostra coreografia.
Forse la prima notte è stata l'unica tranquilla in una settimana di fatiche e di sonno negato.
I giorni seguenti sono stati un susseguirsi di lavoro e coffee breaks, dal dibattito in commissione sono nate le clausole che hanno costruito, una alla volta, la risoluzione del topic assegnato.
All'interno di aule dalle eleganti decorazioni, ogni commissione ha ascoltato le idee del singolo e le ha poi discusse. Ogni commissione si è misurata con il proprio topic, superandolo con il gruppo, non con il singolo. Partendo dall'individuo siamo arrivati al gruppo, tessendo rapidamente le nostre risoluzioni e le nostre amicizie. Tutte le sere ci sono stati proposti degli svaghi, delle feste o delle cene in cui allontanare i pensieri del giorno.
La notte prima dell'Assemblea Generale è stata una corsa col tempo. Passata la mezzanotte, sono state consegnate le copie cartacee delle risoluzioni delle altre commissioni. Dopo averle studiate, era necessario trovare argomenti di dibattito, attacchi o difese delle risoluzioni altrui, punti deboli o punti di forza, idee da criticare o da incoraggiare. Alle quattro di mattina, anche i più coraggiosi hanno dovuto cedere alla stanchezza.
E tutto d'un tratto, dopo la colazione, dopo giorni di intenso lavoro, ci siamo trovati lì: un'ampia sala piena di tailleur, giacche e cravatte, immersa nel silenzio dell'attesa.
E poi, è cominciata.
Durante l'Assemblea Generale abbiamo discusso le nostre idee, le nostre proposte e tutti i risultati delle ore di lavoro di commissione. Ci siamo trovati in situazioni di difficoltà, di disaccordo e confusione, abbiamo condiviso e appoggiato le proposte altrui, siamo stati curiosi, abbiamo sorriso, provato paura, ansia, e, dopo tutto questo, nessuno si è tirato indietro.
Ogni voce, ogni pensiero ha risuonato nell'aula, nessuno ha taciuto.
Sono stati giorni lunghi, complicati, ma niente è stato difficile come vedere le luci spegnersi in quella sala. Niente è stato difficile come camminare per i corridoi vuoti dell'albergo e vedere buie le aule dove tanto abbiamo lavorato.
Nulla è stato doloroso come il doversi salutare, come il dover passare dalla gioia, incurante dell'aver vinto o dell'aver perso, alla tristezza dell'addio.
Gli ultimi saluti, gli ultimi abbracci, e ci siamo trovati di nuovo su di un treno, ripensando a quei giorni che porteremo sempre con noi.
Come spesso ci hanno ripetuto, EYP is a big family, e noi, adesso, ne facciamo parte.
“Spero che ai delegati sia piaciuta questa esperienza. E poi spero che, ogni cosa che vorranno fare, o diventeranno, nella loro vita, la sessione, o EYP in generale, li abbia cambiati almeno un po', facendo loro vedere cose che prima non potevano vedere.”
(Clara Luehwink, organizzatrice EYP Riva del Garda 2015)
La delegazione di Orvieto: Nicola Biancalana, Ludovico Ermini, Nicola Stocchetti, Matteo Rossetti, Naomi Virgilio ed Alessia Sbarra.