Il prAmbra thumbogetto ‘Ravensbrück, tracce di memoria’, rivolto agli studenti delle classi quinte dell’IISST di Orvieto, che prevederà la visita al campo di concentramento e sterminio durante il viaggio d'istruzione a Berlino, e che si concluderà con la realizzazione da parte degli studenti stessi di una mostra-concorso di fotografia e letteratura il 27 gennaio prossimo, è iniziato lunedì 7 ottobre con un incontro organizzato presso la scuola con Ambra Laurenzi. 

 

La signora Laurenzi è una fotografa professionista e docente di Linguaggio e Progettazione all’Istituto Europeo di Design (IED) di Roma, nonché figlia di Mirella Stanzione, deportata politica durante la Seconda Guerra Mondiale nel campo di concentramento e sterminio di Ravensbruck. Attraverso la figlia, abbiamo così avuto la possibilità di conoscere i ricordi e la studenti2estimonianza diretta di una giovane ragazza che a 17 anni si trovò a vivere un’esperienza terribile, essere da un giorno all’altro imprigionata e deportata con la madre in Germania. Quando giunse in Germania, insieme alla madre, era l’autunno del ’44 e il campo, che si trova a 80 km a Nord-Est di Berlino, fu liberato il 30 Aprile del ’45: furono mesi terribili e indimenticabili per Mirella che terminarono con una delle così dette “marce della morte”, durante la quale mamma e figlia riuscirono a fuggire. Ambra Laurenzi ci ha anche riferito che la madre – oggi novantenne - per oltre cinquanta anni non ha mai raccontato nulla del dramma subito, ma che dagli anni novanta del secolo scorso ha iniziato a parlare, consapevole dell’importanza della sua testimonianza per le nuove generazioni. Per evitare il ripetersi degli errori della storia, è importante conoscere, riflettere ed essere attivi e non passivi all’interno delle istituzioni democratiche. La signora Laurenzi ha invitato tutti noi ragazzi a riconoscere i segnali di pericolo del nostro tempo, come la paura del diverso, il razzismo, la tentazione totalitaria e nazionalistica, la negazione dei diritti umani e politici. Dopo essere stati in un campo di sterminio – ha spiegato Ambra Laurenzi riferendosi a sua madre e a sua nonna – dobbiamo riconsiderare i valori dell’umanità che non sono dati per sempre, ma che devono essere conquistati ogni giorno: “dobbiamo restare umani”.

filoQuesto incontro non è stato solo importante dal punto di vista della testimonianza storica, ma anche da quello tecnico e fotografico. Noi ragazzi durante la visita al campo saremo infatti chiamati a realizzare anche un reportage fotografico: preziosi da questo punto di vista i consigli e le indicazioni di una professionista come Ambra Laurenzi che ci ha mostrato i suoi scatti dal libro fotografico “RAVENSBRÜCK – IL LAGER DELLE DONNE”, che descrive la vicenda di 132.000 donne internate la maggior parte delle quali non fece più ritorno. Ci ha spiegato inoltre che un lager è un “luogo parlante” e che con la macchina fotografica in mano è importante innanzi tutto rappresentare ciò che ci colpisce secondo la nostra sensibilità. Dobbiamo dare un senso a ciò che immortaliamo, motivando sempre la scelta di un soggetto, un dettaglio, un colore. La fotografia, come ha detto, è un linguaggio immediato, proveniente dalla sensibilità di ciascuno di noi, non è solo un linguaggio di immagini ma anche di sentimenti...Beatrice

 

Alcune impressioni raccolte tra i ragazzi

29Il racconto di un accadimento è una freccia che parte dalla bocca di chi parla e arriva al cuore di chi ascolta, la stessa parola può generare sensazione diverse in base alla persona, la medesima freccia può essere rabbia,dolore,interesse,gioia, indifferenza, può evocare altre immagini, questa è la parte interessante secondo me... Edoardo

La ragione dell'interesse e della curiosità che abbiamo solitamente per gli aneddoti della vita all'interno dei campi scaturisce dal voler capire fin dove l'essere umano si è spinto. Dobbiamo in quanto esseri umani prenderci la responsabilità di ciò che è successo, prenderne coscienza e consapevolezza, affinché non si ripeta...Matilde

È stata un’esperienza veramente interessante, l’effetto che provoca sentirsi raccontare dal vivo le testimonianze di una persona coinvolta in prima persona o visitare quei posti non é paragonabile a leggere notizie dei campi di concentramento sui libri o guardare documentari che mostrano la storia che tutti conosciamo. Pensando a ciò che queste persone hanno subito viene da chiedersi come sia possibile che una cosa del genere sia stata ideata e permessa da persone come noi. Abbiamo compreso ancora meglio quanto sia importante conoscere e impegnarsi affinché non accada di nuovo...Sara

studenti2La stessa Ambra Laurenzi ha raccolto durante le sue visite al campo di prigionia della madre una serie di foto molto crude ed emotive, riuscendo a rendere quasi tangibile quella realtà che attraverso le parole è solo immaginabile. Tra tutte forse la più agghiacciante è l’immagine che ritrae il perimetro di una tenda posta nel piazzale dell’appello, che costituiva l’alloggio di un gruppo di prigioniere: impensabile ipotizzare come in uno spazio così piccolo potessero convivere centinaia di donne...Agnese

 

Personalmente, guardando i suoi scatti, sono riuscita ad arrivare lì, in quei momenti, dove tutto si ferma; attraverso la fotografia si può rivivere, si può vivere.

Sicuramente ora, visitando il campo di Ravensbrück di persona, lo guarderò con altri occhi, pronta a cogliere ogni dettaglio che mi possa rimandare a quel tempo e con la consapevolezza che in quei posti, dove ora noi camminiamo certi di poter tornare nella nostra casa, sicuri di trovare sempre un pasto pronto e di ritrovare noi stessi e la nostra famiglia, prima camminavano donne senza un'identità, senza più una casa e una famiglia. E' importante ricordare, ma lo è ancor di più comprendere e capire ciò che è successo, perché tutto questo è accaduto all'intera umanità... e noi ne facciamo parte. ..Chiara

 

A seguito dell’esperienza vissuta, credo che Ambra Laurenzi attraverso questi incontri svolga un lavoro molto importante nella società odierna, ovvero quello di svegliare le coscienze degli adulti, ma soprattutto dei giovani che sono i cittadini del futuro. Come si può pretendere che si riconoscano quei segnali così importanti presenti nelle ideologie dei grandi capi di governo, fondamentali per evitare lo sterminio di massa che ha afflitto il genere umano solo nel secolo scorso, se non si coltiva la memoria?...Ludovica

abbraccio

 

Il concorso fotografico e letterario “Ravensbrück, tracce di memoria”, è rivolto agli studenti delle classi quinte dell'IIS Scientifico e Tecnico di Orvieto.
La finalità di tale progetto è quella di educare le giovani generazioni alla cittadinanza europea, accompagnandoli alla scoperta e alla comprensione della complessità del mondo che ci circonda apartire dal passato e dalle sue narrazioni, affinché possano acquisire lo spirito critico necessario a un protagonismo come cittadini nel presente.
Inquadrare la storia della Seconda Guerra Mondiale, della Deportazione e della Shoah in chiave europea significa costruire la consapevolezza che i processi che ne sono alla base sono parte di un passato comune, così come lo sono le conseguenze sociali, politiche e culturali che quella storia ha prodotto. La costruzione di una società civile non può che fondarsi su questi presupposti, e i viaggi della memoria contribuiscono a formare generazioni di giovani europei che siano in grado di afferrare il senso profondo e complesso delle sfide del presente. Qui si può leggere il Bando del concorso